Secondo il rapporto One-Health sulle zoonosi nel 2020 nell'Unione europea appena pubblicato, la salmonella è la seconda causa di infezione e la malattia zoonotica con maggiori notifiche. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (da salmonelle s. typhi e s. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), le salmonelle cosiddette maggiori, e in salmonelle non tifoidee, le cosiddette salmonelle minori.
Tra le salmonelle minori non rilevanti c’è anche la s. infantis, un sierotipo emergente in Europa e diffuso lungo l’intera filiera avicola: negli allevamenti di broiler, nella carne avicola ed anche in quella di tacchino.
la s. infantis è emersa all’attenzione dei produttori di carni avicole delle autorità sanitarie competenti in quanto, da qualche anno, risulta essere la salmonella riscontrata nella quasi totalità delle non conformità emerse da campioni ufficiali eseguiti sia dai Servizi Veterinari che dalle ditte in autocontrollo, nelle carni fresche e nelle preparazioni di carne non sottoposte a cottura. La ricerca scientifica sta attualmente valutando il germe sia dal punto di vista epidemiologico che microbiologico.
Non si tratta, infatti, di una salmonella come le altre: gli studi dimostrano che ha un’elevata resistenza nell’ambiente esterno oltre che agli antibiotici, che non è inattivata dai disinfettanti e che può rimanere protetta negli ambienti da biofilm, ovvero nelle aggregazioni complesse di microrganismi contraddistinte dalla secrezione di una matrice adesiva e protettiva.
Il regolamento CE 2073/2005 prevede l’assenza delle salmonelle thiphymurium ed enteritidis nelle carni fresche di pollame ma non prevede un criterio per le salmonelle minori diverse dalle salmonelle tiphymurium ed enteritidis nelle carni fresche di pollame.
I risultati dei controlli e l’evidente rilevanza della s. infantis sono stati recentemente oggetto di riflessione da parte delle istituzioni.